La riserva natuarle statale "LE CESINE"

La riserva naturale statale "Le Cesine" è situata sul territorio del comune di Vernole, in provincia di Lecce, all'interno di una zona umida riconosciuta di interesse internazionale in base alla Convenzione firmata a Ramsar, nel 1971. Nel 1980 è stata riconosciuta Riserva naturale di popolamento animale. Essa rappresenta cio' che rimane delle paludi che si estendevano fra Brindisi e Otranto. In particolare, è costituita da due stagni d'acqua dolce, il Salapi e il Pantano Grande, alimentati dalle piogge e separati dal mare da un cordone di dune sabbiose. Insieme a Torre Guaceto, rappresenta una delle zone umide piu' importanti esistenti lungo l'asse migratorio adriatico dell'avifauna, in particolare degli Anatidi. La riserva si estende su circa la meta' della superfice di una zona Ramsar ( 340 ettari dei 620 della zona umida), della quale rappresenta l'area di tutela integrale, su terreni la cui proprieta' è in parte,della Regione (ex Ersap )e, in parte, di privati cittadini. Al suo interno è da rilevare la presenza di un'antica masseria, attualmente in ristrutturazione, utilizzata come sede per le attivita' svolte in riserva. Studi e analisi sugli habitat specifici dell'area, condotti da ricercatori dell'universita' di Lecce, hanno fatto si' che nell'area fossero riconosciuti una ZPS e due SIC.In particolare, la ZPS si sovrappone alla zona Ramsar, uno dei due SIC si sovrappone alle Cesine,mentre l'altro comprende una interessante zona di macchia mediterranea,conosciuta come "Macchia di Termolito",confinante attualmente con la riserva, ma, in previsione, da annettere alla stessa. L'istituzione di tale riserva, all'interno della quale l'ingresso dei visitatori è controllato, impone una costante azionedi tutela soprattutto nei confronti di specificheproblematiche che,nel tempo, potrebbero alterare,anche radicalmente,gli habitat proritari dell'area, costituiti dai pantani. Una delle problematiche piu' allarmanti è il fenomeno dell'avanzamento del mare all'interno dei pantani, con conseguente aumento della salinita' delle acque degli stessi. Si tratta di un'alterazione naturale di tali habitat che,a seguito della continua e impercettibile azione di erosione esercitata dal mare sul sistema di dune sabbiose, le quali separano le acque dei pantani da quelle marine, sta naturalmente evolvendo verso la formazione di saline. Un'importante conseguenza di tali cambiamenti è data dalla modificazione della fauna e della flora che abitualmente vivono in tali ambienti; recentemente, infatti, sono stati avvistati nei pantani alcuni fenicotteri, una specie che,notoriamente,prediliege acque salmastre. Queste modificazioni hanno suscitato, nei responsabili del WWF che si occupano della gestione dell'area, un aforte preoccupazione, a causa della prospettiva, a loro avviso poco apprezzabile, che una delle ultime zone umide con acqua dolce della Puglia possa scomparire e con essa una delle principali motivazioni che hanno portato alla tutela dell'area stessa. Contrastare questo fenomeno diventa,per l'organizzazione che gestisce la riserva,un obiettivo prioritario, anche al fine di proteggere e tutelare gli Anatidi,specie di avifauna che vive in prossimita' di acque dolci e che trova, in siti come Le Cesine, le condizioni ideali per sostare durante le migrazioni. Un'altra problematica riguardante l'area èconnessa al forte impatto antropico e alla presenza di una strada statale che attraversa la riserva e che rappresenta per la popolazione locale un'importante via di accesso alle spiagge, tradizionalmente utilizzate per i bagni estivi. Attualmente, tale strada è stata dismessa al fine di ricostruire l'integrita' della riserva, anche se, al suo interno, rimane utilizzabile tutta una rete viaria a servizio dei residenti e non, verso i quali l'Amministrazionecomunale e la stessa direzione della riserva preferiscono mantenere, almeno in una fase iniziale, un atteggiamento piu' tollerante,per non creare, da subito,un contrasto troppo forte con la popolazione locale. è importante mettere in evidenza anche un fenomeno di tipo sociale abbastanza preoccupante che, purtroppo, coinvolge la riserva. Si tratta degli sbarchi degli immigrati clandestini che hannoindividuato sulle coste della riviera un luogo preferenziale di attracco,grazie allo scarso controllo e allo scarso presidio umano. L'area, oltre ad essere un luogo di notevole interesse naturalistico, presenta una peculiarita' che la rende ancora piu' attrattiva: essa è inserita in un contesto caratterizzato da importanti evidenze storico-culturali. A questo proposito, si evidenzia che il territorio dell'area circostante conserva i segni di antiche civilta', a partire gia' dall'eta' preistorica.Visitando le campagne limitrofe all'area,è possibile imbattersi in acratteristiche costruzioni,quali "LE PIETRAFITTE"lunghi parallelepipedi confitti nella roccia, o le specchie, strutture sepolcrali in pietra risalenti all'eta' delbronzo, o ancora i "PAGLIARI", la piu' tipica manifestazione architettonica rurale del luogo, costituita da strati di pietre sovrapposti su uno strato anulare sottostante. Di indubbio rilievo sono anche le masserie fortificate e, in particolare, la CITTA' FORTIFICATA di Acaya (frazione di Vernole), unico esempio nel meridione che conserva una tipica impronta rinascimentale. Si segnalano, inoltre,i resti archeologici di una CITTA' MESSAPICA ad Acquarica del Capo. Tali elementi, insieme ai numerosi olivi millenari e alle molteplici presenze di antichi manufatti necessari alla trasformazione dei prodotti agricoli, come, ad esempio, i FRANTOI IPOGEI, costituiscono singolari attrazioni storico-culturali che potrebbero essera raggruppate in un museo diffuso di archeologia, le cuifinalita' sarebbero ottimamente integrabili con quelle ambientali tipiche della riserva. La riserva Le Cesine, sebbene rappresenti una piccola porzione di quest'area,puo' divenire unimportante punto di forza per lo sviluppo del territorio circostante; essa,infatti,puo' offrire alle attivita' del luogo la piossibilita' di arricchirsi di valore aggiunto, grazie alla promozione di progetti comuni volti alla valorizzazione delle risorse locali(collaborazione con il comune di Vernole). A causa delle ridotte dimensioni dell'area, non sarebbe corretto parlare di un'economia prevalente per la riserva; pare degna di attenzione,pero', la pratica di un'agricola a basso impatto ambientale e la presenza di una cooperativa agricola,il Giglio,la quale,in particolare,produce e vende all'interno della riserva miele biologico. Un importante aspetto da considerare, inoltre, è la presenza nelle vicinanze delle Cesine di altre piccole aree protette o da tutelare che,insieme a questa, potrebbero costituier un sistema organico,il quale, opportunamente coordinato, offrirebbe interessanti proposte per l'organizzazione della fruizione e la diversificazione dell'offerta turistica, oltre che per la realizzazione di progetti e attivita' di conservazione. Un esempio a tale riguardo è dato dal'istituenda Riserva regionale deiLaghi Alimini, che non dista molto dalle Cesine e con la quale, attraverso il Sindaco di Otranto, sono stati gia' avviati contatti al fine di affidare al WWF, nel futuro,alcune attivita' ad sviluppare in una parte di detti laghi, una volta istituita la riserva. In riferimento a cio', occorre evidenziare che per la redazione del Piano di gestione delle Cesine è stato coinvolto un esperto di ecologia che sta lavorando anche su alcuni progetti per i laghi Alimini. Questa circostanza, non casuale, puo'essere considerata una opportunita', in quanto consente di pianificare le strategie di un'area,avendo ben chiare anche quelle dell'area limitrofa.ècomunque importante, tuttavia,che ogni riserva pianifichi le proprie attivita',cercando di valorizzarne le specificita'e diversificando la propria offerta rispetto a quella delle altre aree.

L'ENTE GESTORE

La gestione della riserva è diretta ed è affidata al WWF Italia, associazione ONLUS (organizzazione non lucrativa di utilità sociale), che individua, nella figura del direttore della riserva, il responsabile locale. A livello centrale, il WWF nomina un responsabile generale che cura il rapporto con il Ministero dell'Ambiente e concorda con esso le strategie e le linee guida per la gestione delle riserve. Anche l'amministrazione è centralizzata e per questo viene predisposto un unico bilancio generale a livello nazionale(fino a circa un anno fa, la gestione delle riserve era affidata a un responsabile volontario del WWF e alle cooperative che si occupavano dell'accoglienza e delle attività didattiche). Attualmente il direttore della riserva ha un contratto che non prevede un impegno a tempo pieno all'interno della riserva, ma, per il futuro, si prevede un impegno full time per la gestione. Le funzioni del direttore, che , a differenza del passato, ha competenze specifiche e capacità manageriali, sono le seguenti: garantire l'accesso alle fonti di finanziamento così da favorire la valorizzazione della riserva; coordinare, verificare e valutare le attività gestite dalla cooperativa all'interno della riserva; promuovere presso enti e istituzioni le attività della riserva(ad esempio, provveditorati agli studi, APT, ecc.). stimolare e promuovere le attività di formazione e aggiornamento professionale per coloro che lavorano nella riserva (anche attraverso finanziamenti). A sostenere la direzione nelle sue funzioni, intervengono una cooperativa e uno staff tecnico. La prima, denominata "OASI", è costituita da 12 soci che gestiscono le attività della riserva, soprattutto finalizzate all'educazione ambientale, in base a un contratto triennale con il WWF. Tale cooperativa è tenuta a presentare al direttore una relazione sulla attività svolta con cadenza trimestrale. Lo staff tecnico, il cui ruolo verrà formalizzato nel Piano di gestione, è composto, invece, da 5-6 professionisti che collaborano con il direttore per le decisioni sulle scelte di indirizzo gestionale.A questo pool fisso di professionisti possono aggiungersi, in funzione delle necessità specifiche, altri consulenti, scelti di volta in volta tra quelli con le maggiori competenze. Le funzioni di sorveglianza e di controllo all'interno della riserva sono affidate a due agenti delle ex ASFD, distaccati presso la stazione di San Cataldo (Lecce) e dipendenti, invece, dalla sezione di Martina Franca (Taranto), e a una guardia DEL wwf. In caso di incendi si ricorre all'intervento della unità della sezione del Corpo Forestale Provinciale di Lecce. Per il futuro si prevede la presenza di guardie parco che svolgano non soltanto una funzione di sorveglianza, ma anche di partecipazione alla manutenzione dei boschi.

LA PIANIFICAZIONE DELLE ATTIVITA' DELLA RISERVA E LE RELAZIONI CON LA PIANIFICAZIONE DELL'AREA IN CUI SI INSERISCE

Lo strumento di pianificazione della riserva è il Piano di Gestione triennale (PdG), il quale attualmente è in fase di redazione. L'incarico per la sua stesura è stato affidato a un gruppo di lavoro scelto nall'ambito del Dipartimento di Biologia dell'Università di Lecce e coordinato da un professionista locale, il quale, oltre ad essere componente di alcune cabine di regia che in Regione stanno lavorando sulle aree protette, è stato incaricato dal Comune di Vernole per la redazione del Piano Regolatore Generale (PRG). Tale situazione, evidentemente, garantisce contro il rischio di avere grosse discordanze tra lo strumento di gestione per eccellenza della riserva e il PRG comunale, al fine di aumentare l'efficacia degli interventi programmati.Finora tale obiettivo è stato raggiunto e, infatti, i contenuti dei due strumenti di pianificazione sono del tutto convergenti circa le tematiche di interesse per la riserva. A questo proposito occorre evidenziare che i risultati raggiunti sono l'espressione dell'ottimo rapporto esistente tra l'Amministrazione comunale e la direzione della riserva, le quali operano entrambe nell'ottica del dialogo e della cooperazione nelle fasi sia programmatorie che operative, per raggiungere non solo gli obiettivi propri della riserva, ma anche quelli dell'interio territorio comunale, in un'ottica di sviluppo sostenibile. Tale rapporto si è andato intensificando e consolidando nell'ultimo anno di attività della riserva, grazie anche alla circostanza della contestuale redazione del PRG e PdG, per i quali i due soggetti interessati stanno lavorando in tandem, così da individuare strategie comuni all'interno dei due strumenti. Tra gli obiettivi che il WWF si propone di raggiungere possono essere evidenziati i seguenti: incrementare il numero dei presenti nel periodo estivo e allungare il periodo in cui si svolgono le attività rivolte alle scuole(utilizzando anche la stagione autunnale se non addirittura quella invernale); consentire ai soci della cooperativa di potersi dare un compenso congruo all'impegno e alle attività che svolgono; favorire le attività svolte da altre cooperative, in particolare dalla cooperativa "Il Giglio", che produce e commercializza miele all'interno della riserva; colloquiare con le strtture agrituristiche presenti nella zona, anche in ragione delle sollecitazioni alla collaborazione, che giungono da queste stesse; potenziare l'offerta turistica, puntando alla valorizzazione del borgo cinquecentesco di Acaja e dei bellissimi frantoi ipogei. Nel primo triennio di gestione, il PdG prevede l'inclusione nella riserva dell'intera area SIC, adottando la stessa zonizzazione proposta nel PRG. Tale zonizzazione rappresenta il frutto di un intenso lavoro di studio e concertazione tra la direzione della riserva e l'Amministrazione comunale. Si distinguerebbero così una zona A (prioritaria per la tutela), che comprende i 340 ettari delle Cesine, e le zone B e C che include il perimetro delle aree SIC. In particolare, in questa prima fase, il PdG dovrebbe perfezionare la zonizzazione della zona A del PRG, rimandando al successivo piano l'organizzazione delle altre (B e C), nell'ambito delle quali, è dene ricordare, insistono circa 20 unità abitative. In particolare, il PRG non prevede zone edificabili in prossimità delle Cesine; solo la zona sud sarà interessata da un "piano delle spiagge". Gli interventi volti a potenziare la ricettività turistica del comune si concentreranno, invece, nella parte a nord delle Cesine e cioè nella zona di San Cataldo, dove è già presente un nucleo abitato costituito da seconde case. Le scelte pianificatorie illustrate nel PRG sono state basate sui risultati di un "Piano per lo sviluppo sostenibile del territorio, commissionato e finanziato con fondi propri dal Comune di Vernole. Tale piano, essendo finalizzato alla selezione dei progetti strategici e di pubblica utilità, presentati ai sensi della L.R.3/98, ha rappresentato l'occasione per per studiare le vocazioni del territorio e definirne le strategie di sviluppo. Tale piano ha individuato tre fasce: quella litoranea (dove non è possibile fare alcun tipo di intervento); la fascia più interna a vocazione turistica, dove è possibile realizzare strutture ricettive a basso impatto,recuperando le masserie già esistenti. A tale riguardo, sono stati presentati già tre specifici progetti per un totale di circa 200 posti; una terza fascia occupata in prevalenza da territorio agricolo, dove è possibile realizzare impianti agricoli e agri industriali. In questa area (in direzione nord ovest) ricade uno dei più grossi impianti industriali di trasformazione lattiero-casearia del Salento, l'azienda Aia vecchia, che ha già presentato un progetto di ampliamento. Da tali osservazioni si evince come la maggiore ricchezza del luogo da valorizzare sia legata al prodottotipico alimentare. A questo proposito va detto che la produzione di latte ovi-caprino è rilevante e altrettanto importante è la produzione di trasformati. Il problema è rappresentato, però, dalle norme igienico-sanitarie, che riguardano sia la fase di lavorazione che quella di commercializzazione del prodotto. I prodotti tipici attualmente commercializzati (presso le aziende o addirittura nelle case) non rispondono ai requisiti richiesti dalle norme. La sfida, pertanto, è quella di far emergere questa produzione in modo da favorirne la commercializzazione. A questo proposito, il Comune di Vernole nel PRG ha individuato un'area zootecnica in località Vanze, considerata il fulcro delle attività pastorali ancora presenti, in cui prevedere la localizzazione di piccoli impianti a caratterec artigianale per lo stoccaggio e la trasformazione del latte. In tale area, inoltre, è prevista la possibilità di edificare con indici molto bassi, a vantaggio di coloro che avessero l'azienda in quell'area. In questo modo, si vuole dare l'opportunità ai piccoli produttori di continuare a lavorare nel rispetto delle norme igieniche, senza che si perda quel carattere di tipicità e quella qualità che ben difficilmente il prodotto della grande trasformazione può continuare a conservare.






Copertina
Turismo sostenibile
Carta Europea del "Turismo Durevole"
Turismo enogastronomico
La riserva delle Cesine
Musei nel Salento